Articoli marcati con tag ‘veleno’
Le api africanizzate, conosciute anche come api assassine, sono degli ibridi delle api africane con varie api europee. Discendono da 26 api regine della Tanzania rilasciate accidentalmente nel 1957 nel Sud del Brasile dagli alveari gestiti dal biologo Warwick E. Kerr, che aveva incrociato api europee e api dal Sud Africa.
Infatti…
Introduzione
La secrezione ghiandolare è svolta da tessuto epiteliale e consiste nell’elaborazione e liberazione da parte di cellule specializzate di un liquido, contenente una o più sostanze di natura diversa (mucina, ormoni o enzimi).
La composizione del veleno degli ofidici è molto varia, presentano un elevato tenore in proteine (circa il 90%) con attività enzimatica, molecole organiche non proteiche e sostanze inorganiche.
Il veleno prodotto è un liquido viscoso, inodore, di sapore lievemente acidulo che essicca rapidamente alla temperatura di 15 °C. Di regola è incolore ma la sua tinta varia secondo le specie nelle tonalità del giallo.
E’ causata dall’ingestione di carni di pesci tetrodonti (es. Tetraodon reticularis). questi pesci presentano, a livello delle gonadi, fegato e muscoli) la tetrodotossina.
In realtà non sono i pesci a produrre il veleno ma microrganismi che vivono in simbiosi con l’ospite che, ovviamente risulta essere immune alla tossina.
Animale mostruoso della mitologia greca, il cui nome significa “serpente d’acqua”. Era figlio di Echidna, dimorava nelle paludi di Lerna (antica città della Grecia) che costituivano l’ingresso del regno della morte.
Il suo alito uccideva gli uomini ed essa devastava il paese facendo razzia del bestiame. Possedeva cento teste, di cui una immortale: fino a che quella testa non fosse stata tagliata, le altre, pur mozzate, sarebbero ricresciute immediatamente.
Tuttavia Ercole riuscì ad uccidere l’Idra. Dopo aver obbligato l’Idra ad uscire dalla sua tana sotterranea la decapitò più volte con una spada Con l’aiuto di Iolao, suo nipote, che bruciava con un tizzone le ferite dell’Idra, impedendo alle teste di ricrescere, Ercole riuscì a tagliare la testa immortale del mostro e la seppellì sulla strada di Eleunte dopo aver intinto le proprie frecce nel veleno che ne sgorgava.